Cosa Dubai Fa Bene (e Male) a Natale

Il Natale a Dubai è un gusto acquisito. Per i nuovi arrivati, può sembrare una serie di contraddizioni: canti natalizi sotto il sole a 25 gradi e cappelli rossi con pon pon a bordo piscina; bambini in costume da bagno umido riuniti attorno al sacco dei regali di Babbo Natale filippino.

Per chi di noi vive qui da un po', tuttavia, è diventato un rituale familiare e uno che la città svolge in modo eccezionale. Per lo più.

Iniziamo con il vantaggio ovvio: il clima. Mentre amici e familiari in Europa lottano con tempeste, ritardi dei voli e il dibattito su quanti strati indossare, Dubai offre cieli limpidi, giornate calde e serate abbastanza fresche per una cena all'aperto.

Il pranzo di Natale su una terrazza con vista sul mare, o anche sulla sabbia stessa, rimane uno dei grandi piaceri della vita nel Golfo.

Gli hotel, in particolare, hanno perfezionato la formula festiva. Dubai fa il Natale come un esercizio di ospitalità con precisione industriale. Ho trascorso la giornata al Jumeirah Beach Hotel, uno dei veri tesori della città, che, avvicinandosi a tre decenni di ospitalità, ha perfezionato l'arte del Natale.

Il nostro gruppo multinazionale di circa 15 persone ha gustato il menu tradizionale europeo – tacchino, ripieno, salsicce avvolte nella pancetta, mince pie – ma ha anche potuto assaggiare cucine dai quattro angoli del mondo.

I mezze levantini si accompagnavano felicemente allo Yorkshire pudding, le stazioni di frutti di mare asiatici competevano con la pasticceria francese, e il baklava era l'alternativa al Christmas pudding. È festivo senza essere provinciale, il che si adatta all'orientamento della città. Il pranzo di Natale a Dubai è un affare globalizzato.

Ciò che funziona anche è la facilità con cui la città celebra una festività che non è ufficialmente sua. Non c'è imbarazzo nel celebrare il Natale in un paese musulmano. Al contrario, Dubai lo tratta come un'altra opportunità per mostrare tolleranza, cosmopolitismo e, naturalmente, dello shopping serio.

I supermercati offrono mince pie e cavoletti di Bruxelles con la stessa efficienza che applicano ai datteri del Ramadan e al labneh. I ristoranti offrono vin brulé con allegra professionalità, indipendentemente dal background religioso del personale che lo serve.

Il servizio è impeccabile, come sempre. Il macchinario del settore dell'ospitalità di Dubai procede incessantemente durante il giorno stesso di Natale, perché il 25 dicembre non è una festività pubblica qui. I ristoranti sono pieni, i centri commerciali sono affollati e i taxi molto richiesti.

Poi c'è il puro entusiasmo con cui Dubai abbraccia il linguaggio visivo del Natale. Le decorazioni vengono messe presto e tolte tardi, mentre i centri commerciali si trasformano in paesi delle meraviglie invernali. Gli hotel competono per costruire l'albero più alto, la casa di pan di zenzero più grande o l'esposizione di renne più elaborata. 

Ma è proprio qui che Dubai a volte sbaglia leggermente il Natale.

Le decorazioni sono impressionanti, ma spesso curiosamente prive di anima. Sono grandiose, costose e tecnicamente impeccabili, eppure anche stranamente insipide e uniformi. Le stesse palline, gli stessi alberi, le stesse versioni orchestrali dei canti ripetute all'infinito nei centri commerciali.

Alcune di queste sembrano essere state riscritte da un algoritmo molto woke. In una versione che ho sentito del vecchio classico "Winter Wonderland", il pupazzo di neve chiamato "Parson Brown" è stato trasformato in "un simpatico vecchietto", senza dubbio per evitare la remota possibilità di offendere le sensibilità religiose.

C'è anche la piccola questione del traffico. Il giorno di Natale può essere una festività altrove, ma a Dubai è business as usual per molti, poiché le strade intorno ai centri commerciali e agli hotel sulla spiaggia si intasano e il tranquillo pranzo festivo può iniziare con un'ora trascorsa a fissare le luci dei freni. (Sto parlando di te, Sheikh Zayed Road.)

Forse la più grande assenza, tuttavia, è il silenzio. In Europa, la mattina di Natale porta una particolare quiete: negozi chiusi, strade vuote, una pausa collettiva. Dubai non si ferma mai del tutto.

Quell'energia è di solito uno dei suoi punti di forza distintivi, ma a Natale può sembrare leggermente in contrasto con lo spirito di ozio forzato che molti associano alla stagione. Mi mancano quelle ore di sonnecchiamento post-prandiale su un divano con un occhio su "La Grande Fuga" – anche se camminare a piedi nudi nel mare al tramonto ha anche il suo fascino. 

È facile amare il Natale a Dubai. La città eccelle nell'ospitalità, nell'inclusione e nella comodità. Per le migliaia di espatriati che non possono o scelgono di non viaggiare, Dubai offre un Natale facile e preparato come i pranzi di tacchino disponibili per la consegna a domicilio praticamente da ogni hotel.

Quest'anno, come sempre, Dubai ha fatto il Natale per lo più nel modo giusto. Il sole brillava, i tavoli erano pieni, i menu generosi. Il mio gruppo ha lasciato il JBH pieno di spirito festivo e cordialità.

Dubai non cerca di ricreare il Natale com'è in Europa o in Nord America. Lo reingegnerizza per una città che non si ferma mai davvero, nemmeno per buona volontà e allegria. Per chi di noi ha scelto di vivere qui, questa versione leggermente strana e baciata dal sole del Natale è diventata una tradizione a sé stante.